giovedì 14 luglio 2011

Adotta un alveare - bollettini del 3 e 11 luglio 2011

3 luglio 2011.

Buongiorno.
È un sacco che non ci si sente, o meglio, che non emetto bollettini.
Un po’ perché in questa stagione, fra la raccolta delle aromatiche, le distillazioni, le api, i cavalli e, buona ultima, la sistemazione della legna per il prossimo inverno si finisce sempre tardi, ma anche un po’ perché non ho molto da dire, in questo periodo in cui continuano ad alternarsi giornate tropicali umide a –poche- giornate di bel tempo, con scrosci di pioggia che non innaffiano neppure l’orto ma che aumentano il tasso di umido.
Così le nostre, bionde e brune, fan quel che possono, e noi con loro.
Qualche giorno fa sono andato a ficcare il naso e ho trovato nei melari telaini completamente opercolati a fianco ad altri che gocciolavano nettare, così mi sono deciso a prelevare quelli opercolati, uno per uno, tanto per alleviare un po’ il lavoro alle piccole e, un telaino qui e uno là, ho portato a casa una quarantina di chili, di cui una quindicina delle brune.
Ho smelato, trovando un misto di acacia e tiglio: una squisitezza!
Tuttavia farò, con il restante del miele ancora nei melari, un millefiori: c’è un po’ di castagno, lavanda, meliloto, timo, tiglio e, naturalmente, l’acacia rimasta nei favi.

Una curiosità: aprendo l’alveare siculo numero sette, che aveva due melari, ho trovato una quantità di api impressionante: incuriosito, ho deciso di ficcanasare nel nido per guardare negli occhi la super regina ma, sorpresa, non solo nel nido non l’ho trovata, ma lo stesso era pieno, anziché di covata, di miele. Allora ho guardato nei favi dei melari, ed eccola lì, in mezzo ad una quantità enorme di covata: la signora si era sistemata nei piani superiori, ed aveva scelto di fare lì il suo dovere. Dev’essere successo che, in una precedente visita, aprendo il nido, la bella coronata ha deciso di farsi una passeggiata sulla griglia dell’escludiregina, di girare dalla parte superiore e lì di aspettare che io, ignaro, richiudessi il nido lasciandola al piano di sopra, dove evidentemente si è trovata benone e ha messo in piedi una bella famigliona.
Così ho dovuto togliere la grata, lasciando alla famiglia la libertà di organizzarsi come meglio credesse; per ora sembra che non abbiano nessuna intenzione di sgombrare i piani alti: la regina ha deposto una seconda covata nelle celle dei melari precedentemente già utilizzate, rinnovando il contratto d’affitto dell’attico per un altro mese. 
Insomma, fra sciamature e trasferimenti indebiti queste sicule sono davvero indisciplinate!
Aspetterò la fine di luglio e, se non è scesa, convincerò la dama a rientrare nei debiti ranghi…




11 luglio 2011.

Buongiorno.
Il termometro a Piana, oggi pomeriggio, segnava 32 gradi, e la situazione inizia a farsi siccitosa.
L’abbeveratoio dei cavalli è perennemente assediato da api che, a testa in giù, bevono acqua per portarla a casa; dalle tre del pomeriggio in poi, sullo sportellino delle casette, inizia a formarsi la “barba”: api che si mettono a ventilare, una dietro e a fianco all’altra, fino a pendere dal predellino, ad arrampicarsi sulla parete verticale, centinaia di piccoli ventilatori che ronzano.
I campi cominciano ad essere un po’ riarsi, e siamo fortunati che in valle qualcuno ha deciso di mandare in fiore la medica, così si possono vedere i voli decisi e veloci delle bottinatrici che partono con una direzione precisa in mente: escono come frecce verso la sinistra della casetta, dirette in valle, verso Taglio.
Fra una decina di giorni sarà ora di togliere tutti i melari: il miele raccolto sarà stato asciugato, nel frattempo, e verrà quindi il momento di occuparsi delle famiglie.
Ogni casetta verrà visitata con cura, telaino per telaino, perché è il momento più pericoloso per ogni tipo di infestazione, dagli acari della varroa ai virus: la covata inizierà a calare e le api saranno tante, con nulla da bottinare a disposizione e un sacco di nervosismo in giro.
Faremo le cure estive: una somministrazione di acido ossalico e, dopo un mesetto, un’altra di oli essenziali, che abbiamo già fatto –ricordate?- in primavera; valuteremo le scorte, daremo nutrimento se servirà, pareggeremo le famiglie e cambieremo i telaini troppo vecchi e scuri.
Insomma, si tratterà di restituire alle api parte dei favori che ci hanno fatto, con tutto il loro lavoro.
Per metà agosto tutti gli alveari dovrebbero essere a posto, e si starà a vedere cosa ci porta l’estate: magari un periodo di piogge in agosto regalerà un po’ di melata in settembre…

Nel frattempo, sempre per alleggerire le piccole, ho tolto un altro po’ di melari, e ho smelato ancora un poco di millefiori: dalle sicule un’altra quarantina di chili (e dalle bionde poco più) sono al sicuro nel maturatore, ad aspettare schiumatura e mescolamento.
Un saluto da Lodisio.

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