25 marzo 2012.
Buongiorno.
Quest’oggi ho sostanzialmente terminato la prima sistemazione primaverile, iniziata qualche giorno fa.
Alveari: sostituiti quelli con troppa propoli con casette pulite, raschiate e sterilizzate a fuoco; così facendo, a turno, un po’ di casette ogni anno, l’apiario resta, dal punto di vista delle abitazioni, sempre ben agibile.
Inizio della lotta alla varroa: ho sistemato i telaini trappola (ricordate? Per chi fosse interessato all’argomento ci sono i resoconti dello scorso anno, con dettagliate descrizioni), così prendiamo due piccioni con la proverbiale fava, le varroe depongono nelle larve di fuco, che verranno, in seguito, asportate, e le api sono stimolate a lavorare, cosa che fa loro bene e le fa produrre cera, che le stimola a ingrandire la famiglia e così via.
Sostituzione telaini: è il periodo in cui si inizia a ringiovanire i telaini; si tolgono quelli troppo vecchi o che durante l’inverno abbiano preso muffette o che siano stati comunque rovinati. Si danno alle api, in cambio, telaini con solo il foglio cereo, così sono invitate a costruire e vedi sopra.
Pareggiamento: ho indebolito le famiglie forti e rafforzato le deboli, scambiando telaini di covata con altri vuoti; tuttavia devo dire che quest’anno c’è una strana democrazia, in apiario: non ci sono vistose differenze, come di solito accade, fra famiglie in superproduzione e famiglie poverelle: a parte un paio di casi, e ci mancherebbe…, tutti quanti sono sullo stesso livello, e cioè dai quattro ai cinque telaini di covata. Restasse così sempre, si farebbe del gran lavoro in meno e della gran produzione in più, ma non ci conto troppo: le api son delle grandi burlone, e vogliono sempre far credere che siamo in grado di controllarle e di far loro fare quel che si vuole. Poi, un bel giorno, son loro che ridono…
Insomma, per ora tutto bene: solo una famiglia è andata persa, probabilmente perché è mancata la regina durante l’inverno, vai a sapere, e ho dovuto dividere le api superstiti, che non erano poche, fra le famiglie più deboli, così non sono andate perse e si sono rivelate utili: un telaino di api in più in una famiglia adesso è prezioso, mentre a giugno ha importanza pressoché nulla.
Oggi sono tecnico, mi pare, e poco poeta, così mi faccio perdonare con:
CAVOLO ROSSO AL MIELE.
Ingr.:
un cavolo rosso di c.a. mezzo chilo; 60 grammi di burro salato; una cipolla affettata fine; un etto di uvetta passa; due cucchiai di miele, o più, secondo il gusto; un cucchiaio di aceto balsamico; un cucchiaino di semi di cumino.
Tagliare il cavolo a fette dello spessore di un centimetro, circa; fare sciogliere il burro in una casseruola e rosolarvi la cipolla; aggiungere, a cipolla dorata, l’uva passa; farla girare un po’, poi aggiungere il miele, il cavolo affettato, l’aceto balsamico e i semi di cumino che nel frattempo saranno stati tostati.
Abbassare la fiamma al minimo e far stufare il tutto per un quarto d’ora, rimestando ogni tanto: appena il cavolo intenerisce, spegnere e servire ben caldo.
Alla prossima,
Adriano.
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