martedì 5 giugno 2012


Adotta un alveare: bollettino n. 9.
21 maggio 2012.

Eccoci qui, buongiorno.
Scrivo, quindi piove; oppure: piove, quindi scrivo.
Che vi devo dire: ho il camino acceso, fuori piove, sia io che le api abbiamo approfittato di una schiarita per uscire: loro a depurarsi, a bere e prendere acqua per nutrire la covata, frenetiche e convulse, chè sapevano sarebbe durato poco; io, che speravo in una schiarita definitiva, ho messo mano all’orto, ancorché fracico: mi sono inzuppato.
L’acacia è infine fiorita, e ci sta piovendo sopra, senza prendere in considerazione il freddo che fa. Azzardo una previsione: quest’anno faremo un bel millefiori, di quelli che si facevano una volta, quando non si stava lì tanto a disquisire; il miele è quello che risulta dall’annata, un po’ come il vino, spesso diverso, con annate buone e altre meno buone.
Ricordate lo scorso anno? Avevamo fatto cinque tipi di miele: dal più chiaro, l’acacia, che in queste foto sembra acqua, a quello nero, la melata di quercia; guardate un po’…

   

Beh, quest’anno non credo proprio che sarà così. Ogni annata porta, in diverse situazioni, diversi risultati, e, visto che le nostre api sono stanziali, ci tocca fare con quel che abbiamo attorno; e, per quanto mi riguarda, va bene così.

Staremo a vedere. La situazione, ora, è che, a famiglie in parte pronte, ho sovrapposto il melario e loro, povere, han ben cominciato a importare nettare, ed i primi due giorni andavano e venivano dalle piante di robinia ch’era un piacere, anche se solo nelle ore calde, cioè a dire dalle dieci-undici alle tre. Poi, ancora, freddo e pioggia, mannaggia.
Quest’anno nessuno ha fatto la danza del sole?

Aggiungo un po’ di legna nel camino e vi saluto.
Adriano.


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