martedì 17 maggio 2011

Adotta un alveare - Bollettino del 16 maggio


Buongiorno!
Non si può andar via un paio di giorni in più del solito che subito succede qualcosa…
E dire che prima di partire avevo controllato tutto, casetta per casetta, perché so che in questa stagione due giorni possono fare la differenza: e difatti…
Allora, per ordine: prima le belle notizie.
Si son decise, alfine, le famiglie, a salire a melario: tranne il 5, meschineddu, tutte quante hanno portato acacia al piano di sopra. Alcune timidamente, cioè il 2, il 3 ed il 4, altre vigorosamente.
Va così, con le api; evidentemente ad un certo punto il numero delle bottinatrici è esploso (ci sarà stata una ovodeposizione particolarmente abbondante 30-35 giorni fa), in concomitanza c’era l’acacia in piena fioritura (ah, che caso…) e così l’alveare fa festa, e noi con lui.
Oggi pomeriggio ho messo il secondo melario all’1, all’8, al 9 ed al 10, che in questi giorni che ero via han deciso di farmi una sorpresa e hanno riempito il primo.
Non è una raccolta di quelle da segnare sugli annali ma, per come eravamo partiti, non ci si può lamentare; a dire il vero, non ci si dovrebbe mai lamentare, con le api.

E la cattiva notizia? 
E’ il tradimento del 7, il mio preferito, quello che più si era espanso, aveva già un melario quasi pieno giovedì scorso. L’avevo aperto, come del resto gli altri, e tutto andava bene: gran covata, su sette telaini belli compatti, tante api, anche tranquille, considerando il carattere siculo; sul fondo delle celle non c’era pappa reale, che se ci fosse sarebbe sintomo di probabilità di imminente sciamatura. Insomma, nulla mi induceva a credere che le cose sarebbero potute cambiare.
E invece stamani apro l’alveare e trovo, a fronte di una eccezionale importazione, tanto che si erano costruite il secondo melario e già vi avevano portato circa due o tre chili di nettare (in quattro giorni…), trovo circa una dozzina di celle reali! Ma come!
Così toccava decidere che fare.
Le celle avevano pochi giorni, naturalmente: tutte ancora aperte, con il fondo di pappa reale in cui nuotavano piccole larve che sarebbero diventate regine; alcune appena accennate, altre già lunghe più di un centimetro.
Cerco la regina, per vedere come sta, come è, e per sentire se mi ispirava una decisione in merito; non la trovo. Faccio passare una seconda volta tutti i telaini, e niente: si è nascosta.
Certo, una regina nei giorni che precedono la sciamatura è più magra, perché non le viene dato nutrimento, ma proprio non trovarla…
Decido di smagrire comunque la famiglia e tolgo due telaini di covata; elimino da questi telaini le celle reali (mi pappo la pappa…) e li metto nel nucleo che avevo fatto di sicule, ricordate?
Così adesso posso mettere il nucleo nell’alveare grande, gli metto sopra il più vuoto dei due melari del 7 e creo la famiglia 11. Punto. 
Torno a cercare la regina nel 7, e di nuovo non la trovo. Decido che è tardi e che sono stanco, così chiudo l’alveare, dal quale tornerò nel pomeriggio, e finisco di visitare gli ultimi tre, chè, a questo punto, non si sa mai…
Nel pomeriggio torno alla carica, ma le api sono molto più nervose, e, nella casetta violata, sono comunque tantissime. Cerco, facendo passare altre due volte i telaini ma nulla.
Mi arrendo: decido di creare la finta sciamatura e spacco in due la famiglia.
Ci sono ancora sei telaini di covata che pongo in due piccoli alveari, cui domani darò scorte, facendo attenzione a togliere le celle reali costruite in mezzo alla covata e di conservare invece quelle sul bordo: ogni nuovo nucleo ha così tre o quattro celle; neppure in queste operazioni fa la sua comparsa la regina.
Ora non resta che aspettare; non aprirò i nuclei prima di quindici giorni, calcolando una settimana perché la regina sfarfalli, uccida le altre e faccia il volo nuziale, un paio di giorni di abbuono e un altro paio di giorni per cominciare a deporre.
Quando aprirò vedrò come è andata: se le nuove regine sono entrambe in salute, se la vecchia è rimasta nascosta in uno dei due nuclei (ma in questo caso, dato che il posto è diverso e dato lo sconvolgimento, dovrebbe essere passata la febbre) o se ho fatto una stupidata.
Se tutto va bene, alla fine di questa storia abbiamo un alveare, cioè l’11, forte e già con melario mezzo pieno, e due nuclei che potrebbero diventare famiglie in estate: non produrranno, ma saranno pronte per il prossimo anno.
Certo, sarebbe stato meglio se non fosse successo, ma tant’è…
Dove è stato il mio errore? Avrei dovuto considerare che si stava accrescendo troppo in fretta, e avrei dovuto indebolirlo di più di quel che ho fatto, ma del senno di poi, si sa, son pieni i melari.
Ora vi saluto, e son contento che abbiamo un po’ di miele: fossi solo io, ma ho da render conto, e la cosa non mi è abituale.

Adriano.

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